Un Gramsci mai visto di e con Angelo d’Orsi

Agorà e Sodalis con il patrocinio del Comune di Cava de’ Tirreni, nell’ambito dei Laboratori di cittadinanza invitano il 6 aprile 2024 alle ore 18.30 presso il teatro L. Barba allo spettacolo teatrale Un Gramsci mai visto di e con Angelo d’Orsi e l’accompagnamento del gruppo musicale popolare Terra e Lavoro.

a seguiire discutono con l’autore il prof. A. Scocozza e il prof. F. Cacciatore.

L’autore

Angelo d’Orsi, allievo di Norberto Bobbio, è stato Ordinario di Storia del pensiero politico all’Università di Torino. Ha insegnato anche altre discipline storiografiche, metodologiche e politologiche, a Torino, e in altri atenei (Statale di Milano, Piemonte Orientale). Negli ultimi due anni accademici ha tenuto un corso di storia al Politecnico di Torino. È stato visiting professor in numerosi atenei stranieri, specie in Francia e in Brasile. Attualmente svolge una intensa attività di conferenziere in Italia e all’estero.

Oltre alla storia delle idee e delle culture e dei gruppi intellettuali, specie dell’Otto-Novecento, si è dedicato al tema guerra, al fascismo e all’antifascismo, nonché a questioni di metodologia e di storia della storiografia. È autore di oltre cinquanta volumi, di centinaia di saggi e articoli. I suoi ultimi titoli sono 1917. L’anno della rivoluzione (Laterza, 2016); L’intellettuale antifascista. Ritratto di Leone Ginzburg (Neri Pozza, 2019); Manuale di storiografia (Pearson Italia, 2021). Da alcuni decenni studia la vita e il pensiero di Antonio Gramsci, al quale ha dedicato innumerevoli lavori, e la più completa biografia oggi sul mercato (Gramsci. Una nuova biografia, Feltrinelli 2017, ed. riv. e accr. 2018); ed è in uscita nei prossimi mesi sempre presso l’editore Feltrinelli, un nuovo libro gramsciano, che riprende e sviluppa con nuovi documenti e una più ampia argomentazione, la vita, l’azione e il pensiero di Gramsci, di circa 900 pagine. Ha trascorso il mese di maggio 2023 in Brasile dove ha tenuto lezioni su Gramsci (e altri temi), in numerose università, in occasione della pubblicazione del suo libro Gramsci. Uma nova biografia, ossia l’edizione brasiliana.

Ha fondato e dirige “Historia Magistra. Rivista di storia critica” e “Gramsciana. Rivista internazionale di studi su Antonio Gramsci”. Fa parte della Commissione per l’Edizione Nazionale degli Scritti di Gramsci  e quella delle Opere di Antonio Labriola.

Giornalista, collabora a varie testate cartacee e on line, e svolge un ruolo di commentatore e opinionista su canali televisivi e in Rete.

Sinossi dello spettacolo

Premesso che Antonio Gramsci è il pensatore italiano, dopo il XVI secolo, più tradotto e più studiato oggi nel mondo, ma poco conosciuto in Italia, al di fuori della ristretta cerchia di specialisti, sembra necessario rompere questo steccato, e far arrivare Gramsci al più vasto pubblico, a un pubblico “popolare”. I tempi sono maturi per riscoprire parole, idee, insegnamenti di vita di questo straordinario personaggio: l’educatore, il militante rivoluzionario, il dirigente politico, il pensatore a tutto campo. Specie oggi, in una fase storica in cui abbiamo tutti bisogno di bussole e punti di ancoraggio per uscire da questa lunga “notte della repubblica”. Gramsci, con la ricchezza del suo pensiero critico, con la sua volontà dialogica, con la sua dirittura morale, con il suo rigore intellettuale, con la sua originalità intellettuale e la creatività di linguaggio, con i suoi interessi così ampi e multiformi, appare un punto di riferimento tanto importante quanto negletto. Uno strumento per orientarsi nella modernità, e coglierne i segni contraddittori, come egli nella sua elaborazione tentò di fare.

A partire dal libro Gramsci. Una nuova biografia (Feltrinelli, 2017; nuova ediz. riv. e accr., ivi, 2018), di Angelo d’Orsi, la prima opera che ricostruisce integralmente vita e pensiero del Sardo, l’autore  ha deciso di far conoscere quella vita in una forma teatrale, con un Gramsci che si racconta in prima persona. L’appassionata narrazione della vita di Gramsci, nella forma di sette monologhi concatenati, dialoga con momenti di musica e canti popolari di lotta e di lavoro, tratti dalla tradizione orale contadina e operaia coeva a Gramsci.

Le vicende umane di Gramsci, vengono così proposte, in un intreccio con le vicende politiche e l’elaborazione di un pensiero originale, all’interno dei diversi contesti geografici, politici e umani, dalla Sardegna a Torino, dalla Russia a Ustica, dal carcere di San Vittore a quello di Turi, fino alla clinica di Formia e quindi di Roma, dove morrà, dopo aver atteso alla stesura di due capolavori come i Quaderni e le Lettere.

Lo spettacolo costituisce un unicum che riesce a coinvolgere lo spettatore mediante il ricorso a diversi registri e linguaggi. Si tenga conto che Gramsci stesso non soltanto amava il teatro, e fu critico teatrale, ma riteneva il teatro un mezzo formidabile di pedagogia di massa. Era attentissimo ai fenomeni e alle manifestazioni di folclore, inoltre amava la musica e teorizzò il concetto di nazionale-popolare. Si tratta dunque di un vero spettacolo gramsciano, oltre che di uno spettacolo su Gramsci, recitato in prima persona come se il narratore/attore – interpretato da Angelo d’Orsi – fosse lo stesso Antonio Gramsci.

 

 

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